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Giovanna Dalla Chiesa, Creature protese, catalogo della mostra "Mancanze", 2002

Nel procedimento di lavoro, nell’esperienza di Letteria Giuffrè Pagano, non è difficile riconoscere parallelismi e somiglianze con l’arte gestuale ed informale americana ed europea. Un’attitudine a sviscerare, a esplorare e sondare le profondità per riportarle in superficie; un impulso, una tensione vitale che si spinge alle radici di un linguaggio. In questa artista la via del com-prendere ha sostituito quella del de-finire fornendoci la testimonianza di una complessità in cui persino l’insignificante acquista la sua rilevanza quale parte di un organismo vivente perennemente in trasformazione anche nei momenti di quiete apparente. È fondamentale riconoscere come il bilanciamento tra essere e non essere, tra apparizione e sparizione, resti la condizione primaria per ogni azione, per ogni futura crescita e realizzazione, in armonia con la coscienza piena di sé. Per Letteria Giuffrè Pagano questa coscienza riguarda soprattutto i gangli vitali da cui si sprigiona l’energia d’azione, i nuclei sul cui bilanciamento, sulla cui articolazione s’innesta la spinta e lo slancio verso l’apertura spaziale, la designazione e la presentazione dei luoghi che la tensione gestuale, il segno identificano come scaturigine originaria, come momento primordiale del teatro degli eventi che si preparano a manifestare.

Giovanna Dalla Chiesa, 2002

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