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Dario Evola, mostra "Spasmi" , 1998

La pittura di Letteria Giuffrè Pagano si caratterizza come esperienza estetica nel senso più radicale del termine. Si tratta di una pittura che parte dalla consapevolezza del corpo come luogo originario del sentire, dal quale trarre, infine, motivazioni di ricerca e di analisi. Il corpo è pensato come sistema materico, ma soprattutto come insieme di esperienze segniche e di relazioni comunicative. Il quadro è, per Letteria Giuffrè Pagano, il luogo in cui convergono le esperienze del sentire ma, al contempo, punto di forza centrifuga verso indagini sulla realtà come esperienza del sentire. Il corpo, come punto centrale di una dinamica tra percezione e immaginazione, si manifesta in una pittura di tipo gestuale. La pittura diventa traccia di un’esperienza che indaga sulla realtà con riferimenti che vanno da Artaud a Bacon, a Beckett. I toni cromatici articolati e materici sono pensati come luoghi da abitare poeticamente, nell’unico modo esteticamente possibile, un abitare poetico che è l’interrogativo dell’arte sul presente.

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