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Gian Maria Tosatti, Paesaggi interiori, 2002

Tre giovani artiste internazionali a Montecastello, nei pressi di Pisa, tre mani diverse che parlano di "paesaggi interiori". Una poetica femminile che viaggia parallela sugli echi e sulle corrispondenze, sui riflessi di un bacino mediterraneo che s'avverte come influenza cosmica, bufera di archetipi e alchimie sensibili. Avvicinare tre universi pittorici che portano in sé iscritti questi sentieri arcaici, primitivi, significa esporsi ad una intensa esperienza sensoriale che passa attraverso la pietrificazione del pigmento, del colore graffiato da cui affiora la decorazione arcaica di un ordine assoluto e genetico, le strisce di velluto appoggiate sulla deformazione dei corpi. In equilibrio su relazioni antenate, tre artiste provenienti da Paesi diversi hanno cercato un dialogo impossibile e radicale in una mostra che ormai si è chiusa a Montecastello, pochi chilometri da Pontedera (PI). Nella cornice di un rinascimento abbandonato, in disuso, divorato dalle edere, stratificato dal sangue delle viti americane, proprio della bellissima Villa Torrigiani Malaspina, l'Associazione Culturale Telluris Associati ha promosso Mancanze. Letteria Giuffrè Pagano (Italia), Daphna Levi (Israele) e Antonia Pilgrim (Inghilterra) hanno esposto la loro ultima ricerca pittorica che ha come principale soggetto il corpo e il suo movimento, invisibile interiore. Tra artiste la cui opera si compenetra in un viaggio d'ingresso nella dimensione fisica dell'essere umano. Si parte dalle deformazioni del corpo esteriore, la penetrazione nella sua pesantezza immaginata da Antonia Pilgrim. Per lei corpi di donna irriconoscibili, decomposti, improbabili fisicità gravi in cui si replica la miseria anatomica degli organi e che pure diventano trappole, ossessioni di stati simbolici, in una immagine tesa tra l'occhio riflessivo e l'impressività sensuale. Superato il livello della carne in cui è visibilmente presente l'influenza di Francis Bacon, padre comune alle tre artiste, si entra nella dimensione dell'azione attraverso paesaggi interni, proiezione esasperata, grida di organismi sordi, campo visitato dalla ricerca di Letteria Giuffrè Pagano. La sua è una implosione dei gangli vitali da cui si sprigiona un'energia originaria, che può raggiungere la terrificante realtà di stasi come agguato del tempo o involarsi in feroci slanci verso la demistificazione della concezione mentale discorsiva, che riporta ovviamente all'ultimo Buchner.Attraversamenti di spazio come aghi a fendere le pareti cellulari, a conficcarsi nei tessuti del cuore. Il cuore come luogo del sentire, come crocifissione spaziale, come agonia rugghiante. Oltre questo, oltre la perforazione della cellula e la crocifissione del suo movimento primario, sta struttura, il segreto, la genetica di ascendenze ai padri, della comunione di popoli, di tribù, la pittura di Daphna Levi. Proliferazione, moltiplicazione incontrollata, esponenziale, infinita, di un ancestrale alfabeto autosignificante che riempie lo spazio e intanto lo elimina lo gratta da se stesso fino a ridurlo all'essenzialità del graffio, della scarnificazione all'osso. E' questa la sintesi di un viaggio a ritroso nelle tracce che la cultura lascia nel sangue e nei suoi codici.Seguendo questa linea, questa via che si perde verso l'inconoscibilità della voragine umana si arriva ad un universo che si apre senza poter essere compreso, la cui presenza si manifesta al livello del sensibile come "mancanza" appunto, parola chiave e sintesi di questa mostra che in futuro dovrebbe visitare anche gli altri Paesi originari delle giovani e davvero interessanti pittrici.

Gian Maria Tosatti

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